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Componentistica elettronica

In questa parte vengono descritti il problema fisico riguardante la componentistica ed i modelli matematici relativi di alcuni componenti lineari (resistenza, capacità, induttanza).
Dall’osservazione della realtà fisica si è potuto notare che esistono forze non direttamente spiegabili in modo esauriente con le leggi della meccanica.
Le forze fondamentali a cui facciamo riferimento sono la forza di Coulomb e la forza di Lorenz.
La prima approssimativamente presiede al funzionamento dei fenomeni elettrici, la seconda al funzionamento dei fenomeni magnetici. In realtà in natura i fenomeni elettrici e magnetici non sono separati, in quanto l’uno determina sempre l’altro. I fenomeni elettromagnetici, inoltre, non sono separabili da quelli meccanici. Nel proseguo del lavoro, in prima battuta separeremo per uno stretto campo di funzionamento la componentistica legata ai fenomeni elettrici da quella legata ai fenomeni magnetici (modello di capacità pura, modello di induttanza pura). Tenuto conto poi che in natura esiste una quota di energia non recuperabile (ovvero legata all’aumento dell’entropia) introdurremo un componente che tiene conto di ciò (modello della resistenza pura).
Aggiungiamo che lo studio dei tre componenti avviene nel loro campo di linearità, ovvero nell’intervallo di valori, tra le grandezze che ne determinano il funzionamento, rappresentabile con un grafico rettilineo.

 

 Capacità

Partendo dalla legge di Coulomb, per tenere separate delle cariche elettriche di segno opposto occorre applicare una forza, ovvero avere a disposizione energia. Un esempio di condensatore (capacità) è costituito da due piatti metallici separati da un isolante (dielettrico): se colleghiamo due polarità opposte di una batteria ai piatti si avrà come risultato una separazione delle cariche sui piatti stessi che dipenderà dalle caratteristiche fisiche dei costituentiil condensatore, in linea di massima superficie dei piatti, distanza tra i piatti stessi e materiale del dielettrico.


 Autoinduttanza

Il secondo componente che consideriamo è l’autoinduttanza, comunemente chiamata induttanza, che tiene conto come siano correlate fra loro tensione e corrente in presenza di un campo magnetico. Lo studio base parte dall’osservazione della forza di Lorentz, ovvero di come una carica in moto fra le espansioni di un magnete venga deflessa(se è ferma non viene deflessa) supponendo che la velocità con cui la carica attraversa l’espansioni magnetiche sia perpendicolare alla congiungente i centri delle espansioni, la carica viene deflessa in una direzione perpendicolare al piano delle 2 direzioni sopra indicate. La forza di Lorentz mette in luce il fatto che sono sufficienti 2 delle 3 grandezze (F, v, b) per generare sempre la terza.
La carica deflessa avrà una traiettoria dovuta alla combinazione tra la velocità di attraversamento e al v dovuta alla forza di deflessione, saremo quindi in presenza di una carica in movimento su cui 
Agisce una forza, per cui deve nascere un altro campo magnetico che dovrà essere orientato in modo tale da contrastare il campo magnetico dei magneti altrimenti il fenomeno invece di perdere consistenza,all’allontanarsi dalle espansioni magnetiche continuerebbe ad esaltarsi arrivando a una velocità tendente a infinito.
Dal punto di vista elettrico questo fenomeno si traduce in un campo magnetico prodotto da corrente che può causare nel componente fisico strutturato forti effetti magnetici ai suoi capi(filo avvolto a spirale con o senza ferro) generando un potenziale elettrico costituito in modo da creareun campo opposto a quello provocato dalla corrente.


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